SEEK

SEEK
Mort aux Vaches
Staalplaat 1999


Già dalle prime emissioni sonore ci si rende conto di trovarsi di fronte ad un classico, sensazione non sconosciuta al sottoscrito quando si parla di John Duncan. Il sound di SEEK è: viscerale, subliminale, ricercato; trapassa i limiti del conosciuto e dà all'ascoltatore tutto ciò che si cerca quando si ascolta musica che preveda la disposizione dei suoni secondo un'architettura pre-definita eppure perennemente sorprendente. John è il maestro delle frequenze, delle vibrazioni al limite dell'udibile: inonda il nostro cervello con lava di indefinibile, bellissimo colore -- lo spettro audio viene rivoltato e sminuzzato. Un semplice progetto diviene man mano imperdibile capolavoro -- perché di capolavoro si tratta, in questo caso. La serie Mort aux vaches è quasi sempre tocatta dalla grazia, ogni uscita -- almeno negli ultimi due-tre anni -- ha prodotto titoli degni di nota; con SEEK questa importante collana aggiunge una perla d'inestimabile importanza e lucentezza. Seguitelo ovunque vada: John Duncan arriverà quasi sempre più in là degli altri. E... mettetevi in cuffia.

--Massimo Ricci, ASCOLTI PROFONDI, Inverno 1999



...Restando in casa Staalplaat, nella serie di lavori per la radio Mort aux vaches esce SEEK di John Duncan, compositore americano da tempo residente in Italia, ben noto nei circoli della più radicale sperimentazione elettro-rumorista: onde corte, computer e suoni ambientali sono le fonti per cinque elusivi drones, fra gelida concettualità e drammatici crescendo da Ligeti noise.

--Vittore Baroni, RUMORE, Marzo 1999